Isola di Mazzorbo (Venezia): la magia ritrovata della Dorona a Venissa

C’è un angolo a Venezia dove il tempo sembra scorrere più lentamente, dove i colori delle case di Burano si riflettono sull’acqua e dove tra i canali silenziosi si nasconde una storia di rinascita. È qui sull’isola di Mazzorbo, collegata da un ponte con Burano, che la Dorona di Venezia, un vitigno quasi dimenticato, è tornata a vivere grazie al progetto Venissa. La Dorona è un vino che apparteneva all’identità stessa di Venezia: ha accompagnato per secoli i banchetti dei Dogi e le feste della Serenissima. Il vino, tra l’altro, è stato uno dei protagonisti sia dell’attività contadina sia di quella commerciale. Gli ordini religiosi curavano e preservavano la viticoltura in laguna nelle loro proprietà insieme ai contadini di queste isole e i mercanti veneziani ne traevano beneficio economico nell’apice dello splendore della Repubblica di Venezia.  
 Ma con il tempo, complici le difficoltà di coltivazione e l’abbandono delle campagne lagunari, questa varietà si è persa. Dopo la grande acqua alta del 1966 era quasi scomparsa. Negli anni Novanta se ne parlava quasi come di una leggenda: un’uva dorata che non si trovava più. Poi, la famiglia Bisol, storica produttrice di Prosecco, negli anni Duemila ha deciso di credere in questo sogno. Pochi ceppi sopravvissuti tra Torcello e Burano hanno riacceso la speranza. Un progetto enologico e culturale che non è solo produzione di vino, ma anche recupero del paesaggio, tutela della biodiversità e valorizzazione della tradizione lagunare.

L’avventura di Venissa

Nel 2010 nasce Venissa, un vigneto racchiuso da mura medievali, un luogo speciale in cui la vite deve convivere con le maree e con l’acqua salmastra che di tanto in tanto invade i filari. Una sfida alla natura, ma anche un atto d’amore verso Venezia e il suo patrimonio agricolo. È una vigna murata aperta al pubblico, dove passeggiare e rilassarsi nella magica atmosfera di questo luogo. Il risultato è sorprendente: un bianco dorato, corposo, intenso, capace di restituire nel bicchiere il carattere unico della laguna. Un vino di certo complesso, avvolgente, da scoprire poco a poco. Ma oltre al prezioso “nettare divino” ogni bottiglia è un pezzo d’arte: vetro di Murano soffiato a mano, numerata una ad una, come a dire che qui nulla è lasciato al caso.  
Venissa è un progetto che unisce quindi enologia, arte, territorio e anche cucina, il tutto in un unico racconto. Oggi, bere un calice di Venissa non è soltanto degustare un vino raro: è entrare in contatto con la storia di Venezia, con la sua resilienza e con il suo rapporto speciale con la natura.  

Per info sulla cantina: https://www.venissa.it  

In un mondo del vino sempre più globalizzato, questo “oro della laguna” è la prova che autenticità, storia e territorio possono ancora fare la differenza.
Oltre alla vigna si possono visitare gli orti, gestiti da nove pensionati dell'isola, che nei mesi primaverili producono le famose castraure (carciofi) di Mazzorbo.

Ca’ Lucrezia ti aspetta a Venezia

La Locanda Ca’ Lucrezia, a pochi passi dalla Stazione di Santa Lucia, è nel cuore del tranquillo sestiere di Cannaregio. Un punto di partenza perfetto per esplorare Venezia e scoprire angoli nascosti e autentici come Venissa.
Per chi soggiorna, si accede alla città senza pagare il ticket giornaliero.  

Per maggiori informazioni: www.calucrezia.it